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STOÀ Journal n. 4, anno II, 2/3, Estate 2022
[Esercizi]


All’interno del vasto panorama rappresentato dai programmi didattici proposti per l’insegnamento della progettazione architettonica, un ruolo fondamentale è svolto dagli esercizi, strumenti pedagogici funzionali alla determinazione e consolidamen­to di alcuni passaggi formativi, definiti all’interno dei syllabus di ogni docente. Nella complessa organizzazione temporale dei singoli programmi laboratoriali, gli esercizi definiscono il tempo scandendo, passo dopo passo, il percorso di apprendimento e collaborando alla messa a fuoco – a volte con lentezza, altre molto velocemente – dell’obiettivo generale dell’esperienza didattica. Se nella maggior parte dei labora­tori di progettazione il principale risultato è rappresentato dalla definizione – dalla concezione sino alle fasi avanzate – di un progetto che sia chiaramente individuato dal punto di vista programmatico e dimensionale, nonché univocamente situato nel tempo e nello spazio, il percorso che si compie per giungere a quel risultato è spesso determinato da una sequenza progettata di esercizi.

Gli esercizi sono strumento, espediente, dispositivo pedagogico: specifici e meno estensivi, talvolta astratti ed extradisciplinari, attraverso il loro farsi, comporsi e disporsi in una sequenza che segue l’andamento temporale del corso di laboratorio sono appunto strumentali alla definizione di un progetto. E oggi, con la crescita incre­mentale della complessità dei processi in gioco nel fare architettura, gli esercizi sem­brano assumere una nuova centralità per la loro capacità di mettere alla prova spe­cifiche competenze tecniche, culturali o poetiche, che sono essenziali per progettare ma che, talvolta, la simulazione progettuale situata non riesce del tutto a valorizzare.

Ci interrogheremo quindi sulle potenzialità e sulle criticità di questo strumento me­todologico, fra profondità ed estensione, attraverso una ricognizione di pratiche di­dattiche ed esperienze pedagogiche in corso, siano esse riferite a esercizi concreti o astratti, analitici o sintetici, autonomi o integrativi. L’obiettivo è quello di costruire una costellazione di pratiche e di posizioni culturali che fanno degli esercizi progettuali, nella loro circoscrizione e specificità, uno strumento funzionale all’apprendimento, con diversi gradi di integrazione rispetto al tema dell’insegnamento della progetta­zione architettonica.

In questo senso, sono tre gli argini tematici entro cui si propone di raccogliere riflessioni:
 
→ L’esercizio come scomposizione: in che maniera è possibile articolare una simula­zione progettuale in una serie di esercizi pensati per investigare in profondità alcuni temi specifici, senza per questo perdere la visione d’insieme, l’ottica contestuale e la complessità implicita nella simulazione in sé? Come è possibile osservare e leggere la realtà, gli oggetti e lo spazio costruito per desumere questioni centrali per il pro­gettare? In che modo è possibile ricomporre quindi gli esercizi e tradurli in progetto?

→ L’esercizio come integrazione: quali competenze propedeutiche, laterali o trasver­sali l’esercizio progettuale è in grado di sviluppare per rafforzare un approccio cultu­ralmente e tecnicamente fondato al progetto? Su quali temi, quali processi e quali re­lazioni interdisciplinari il lavoro per esercizi specifici risulta portatore di qualità nelle pratiche pedagogiche contemporanee? In che modo è possibile integrare lo sviluppo metodologico e temporale di un progetto chiaramente individuato e situato?

→ L’esercizio come sostituzione: è possibile sostituire il tema progettuale di un labo­ratorio con una serie di esercizi? Quale principio lega l’articolazione e la successione di tali esercizi nell’ambito di un progetto pedagogico chiaramente identificato? Quali riflessi ha sulla struttura della classe, sulla composizione dei gruppi, sull’articolazio­ne del calendario e sull’organizzazione generale del laboratorio?

 




Sono accettati contributi capaci di mettere in campo una o più azioni tra le seguenti:

→ riconoscere tratti comuni nelle molteplici esperienze internazionali contemporanee;

→ comprendere e descrivere indirizzi e modelli culturali di riferimento, così come le inferenze derivate, tra le altre discipline, dalla storia, dall’arte, dalla filosofia, dall’antropologia, dalla letteratura, dalla geografia, dalla sociologia e dall’economia funzionali all’insegnamento del progetto di architettura;;

→ esemplificare, attraverso la loro concettualizzazione, specifiche esperienze didattiche, capaci di diventare espressioni sintetiche ed efficaci di un saper fare scuola progettato e progettante;

→ intrecciare narrazioni e ricerche, teorie e congetture, provando a verificarne le condizioni di partenza e confrontandole con i risultati ottenuti in ambito accademico;

→ tracciare un limite condivisibile dalla comunità scientifica di riferimento entro cui posizionare criticamente e tendenziosamente idee e progetti (di didattica), al fine di costruire un insieme sostanziandone le ragioni.

L’abstract di massimo 2500 battute e corredato da tre immagini dovrà essere inviato in file .doc all’indirizzo: redazione@stoajournal.com

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︎︎︎Linee Guida
︎︎︎Deadline: 14/02/2022


Gli autori dei contributi accettati verranno informati entro il 28/02/2022.

Per la pubblicazione sulla rivista cartacea l’articolo dovrà essere redatto entro il 11/04/2022 in forma di saggio scientifico, corredato da note, bibliografia e iconografia, per un massimo di 20.000 battute (spazi, note e bibliografia inclusi) e 10 immagini di cui si possiedano i copyright.

Tutti i saggi nella loro forma definitiva saranno sottoposti ad un procedimento di valutazione tra pari secondo i criteri della Double-Blind Peer Review.

La call è aperta a dottorandi, dottori di ricerca, ricercatori, professori e a tutti gli studiosi accademicamente impegnati nell’insegnamento dell’architettura.

︎︎︎ENG




stoà
Strumenti per l’insegnamento della progettazione architettonica
2021 - Published by Thymos Books
ISSN  2785-0293