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STOÀ Journal n. 6, anno III, 1/3, Inverno 2023
[Viaggi]


Quella del viaggio, e della conseguente conoscenza esperienziale, è stata per molto tempo una fase decisiva della formazione per diverse generazioni di architetti. Il viaggio costituiva il completamento del percorso di apprendimento: consentiva di entrare in contatto con diverse realtà, alla ricerca di aspetti specifici non estrapolati dalla complessità del loro contesto (geografico, antropologico, politico, sociale, culturale…).
Il viaggio rappresenta uno strumento di comprensione delle architetture, delle dinamiche fisiche e contestuali che le determinano, e il loro essere elementi significativamente presenti all’interno dei programmi di insegnamento è ancora oggi un forte segnale della necessarietà dell’utilizzo di tale strumento.
Osservare è un fatto metodologico: il viaggio è uno strumento per imparare a vedere il mondo attraverso una verità percettiva che si può trasmettere insegnando a osservare, stimolando la lettura e l’interpretazione dei luoghi e dello spazio anche attraverso tecniche o esercizi e criteri di lettura soggettivi ispirati da una propria visione del mondo nel tempo in cui si tende a viaggiare a meno del movimento o a intendere il viaggio come mera questione di consumo.
Obiettivo della call è di mettere in opera una ricognizione rispetto a quanto lo strumento viaggio sia strutturato all’interno delle dinamiche pedagogiche tese all’insegnamento del progetto di architettura e come il viaggiare, inteso nel suo più ampio significato, sia ancora fattualmente strumento di apprendimento indispensabile per la formazione dello studente architetto. In che misura il viaggio, per il docente e per il discente, determina legami tra persone e luoghi, capaci di sostanziare relazioni materiali e immateriali da riproporre all’interno degli atelier di progetto?
Si intenderà raccogliere resoconti critici e analisi capaci di riflettere sulle potenzialità, sui meccanismi organizzativi e sulle ricadute che le esperienze di viaggio hanno sulle esperienze didattiche.
Si accetteranno contributi capaci di incardinarsi in uno o più temi tra i seguenti:

1. Il viaggio come strumento di progetto.
In che modo il progetto dei viaggi ha ricadute all’interno dell’organizzazione didattica dei corsi di progettazione e come l’esperienza del viaggio si condensa nel progetto? In quanto strumento per la comprensione della realtà e interpretazione dello spazio, in che modo esso è parte dell’esperienza didattica e attraverso quali azioni si significa la sua presenza, o la sua assenza, nelle azioni progettuali?

2. Gli strumenti del viaggio per l’insegnamento del progetto.
Il viaggio è di per sé strumento di conoscenza e come tale include diversi piani di lettura dello spazio attraverso l’utilizzo dei più tradizionali medium come lo schizzo, il disegno, il modello, la fotografia, il video, fino alla scrittura stessa. Come questi elaborati, anche combinandosi tra loro, producono esiti o effetti utili all’avanzamento delle elaborazioni progettuali?

3. La necessità del viaggio.
Tra le conseguenze del viaggio scorgiamo il cambio di prospettiva, più o meno conscio, di chi lo compie; si tratta di un’esperienza di esplorazione e di apprendimento sul campo che si verifica attraverso il movimento nello spazio, in lassi di tempo diversamente dilatati, generando strumenti ulteriori in termine di visione, lettura e interpretazione della realtà. In quali esperienze d’insegnamento è possibile individuare, a livello metodologico, condizioni di eredità in termini esperienziali e di propulsione all’ibridazione metodologica?

 




Sono accettati contributi capaci di mettere in campo una o più azioni tra le seguenti:

→ riconoscere tratti comuni nelle molteplici esperienze internazionali contemporanee;

→ comprendere e descrivere indirizzi e modelli culturali di riferimento, così come le inferenze derivate, tra le altre discipline, dalla storia, dall’arte, dalla filosofia, dall’antropologia, dalla letteratura, dalla geografia, dalla sociologia e dall’economia funzionali all’insegnamento del progetto di architettura;;

→ esemplificare, attraverso la loro concettualizzazione, specifiche esperienze didattiche, capaci di diventare espressioni sintetiche ed efficaci di un saper fare scuola progettato e progettante;

→ intrecciare narrazioni e ricerche, teorie e congetture, provando a verificarne le condizioni di partenza e confrontandole con i risultati ottenuti in ambito accademico;

→ tracciare un limite condivisibile dalla comunità scientifica di riferimento entro cui posizionare criticamente e tendenziosamente idee e progetti (di didattica), al fine di costruire un insieme sostanziandone le ragioni.

L’abstract di massimo 2500 battute e corredato da tre immagini dovrà essere inviato in file .doc all’indirizzo: redazione@stoajournal.com

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︎︎︎Linee Guida
︎︎︎Norme Editoriali
︎︎︎Deadline: 12/09/2022


Gli autori dei contributi accettati verranno informati entro il 26/09/2022.

Per la pubblicazione sulla rivista cartacea l’articolo dovrà essere redatto entro il 07/11/2022 in forma di saggio scientifico, corredato da note, bibliografia e iconografia, per un massimo di 18.000 battute (spazi, note e bibliografia inclusi) e 8 immagini di cui si possiedano i copyright.

L’articolo proposto dovrà essere inedito, dai contenuti originali e mai apparsi in altra rivista a stampa o diffusione digitale o volume.

Tutti i saggi nella loro forma definitiva saranno sottoposti a procedimento di valutazione tra pari secondo i criteri della Double-Blind Peer Review.

La call è aperta a dottorandi, dottori di ricerca, ricercatori, professori e a tutti gli studiosi accademicamente impegnati nell’insegnamento dell’architettura.

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STOÀ Journal
Strumenti per l’insegnamento della progettazione architettonica
2021 - Published by Thymos Books
ISSN  2785-0293