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︎︎︎             Biblioteca STOÀ                                         STOÀ 4. Esercizi




Atlante di progettazione architettonica 
a cura di Riccardo Palma e Carlo Ravagnati

2014



L’Atlante di progettazione architettonica nasce dalla volontà di fornire agli studenti dei primi anni di architettura un manuale, uno strumento utile per comprendere il funzionamento dei processi compositivi e per carpirne i fondamenti. Raccogliere e sistematizzare il sapere relativo a una pratica sempre confutabile e perfettibile, come quella della definizione di un’idea progettuale, richiede di discostarsi dalla semplice catalogazione di nozioni e di immaginare un’intelaiatura che possa contemplare indeterminatezza e complessità, indefinitezza e molteplicità. La scelta di un titolo che allude alla raccolta di Gerhard Kremer non è, allora, casuale: affidarsi a un Atlante significa confidare nel lavoro di una pluralità di attori, ambire alla sintesi di diverse metodologie operative e differenti visioni, indica la volontà di delineare una guida che descriva la realtà e ne orienti la conoscenza. Allo stesso modo, questo testo si configura come un prodotto corale, capace di intessere, in un unico disegno, svariati approcci sulla progettazione architettonica, sapientemente legati dal fil rouge dell’esercizio, proposto come momento di verifica, ma anche di sperimentazione, di crescita, di confronto.
La struttura del volume, curato da Riccardo Palma e Carlo Ravagnati, si ispira a una ricerca condotta da Giancarlo Motta e Antonia Pizzigoni per il Politecnico di Torino, confluita nella costruzione di una Griglia interattiva di progetto che ordina i lavori degli studenti sulla base delle principali tematiche affrontate: il testo, il luogo, i riferimenti, le variazioni.
Tenendo fede a questo esempio, l’Atlante si articola in quattro parti, ciascuna dedicata a un tema specifico e introdotta da un saggio dei curatori. Ogni capitolo si arricchisce di tre coppie di lezioni, al termine delle quali è possibile mettere alla prova le competenze acquisite con un test sulla parte teorica e con una verifica progettuale. La scelta di orientare l’esecuzione dell’esercizio compositivo attraverso una sequenza di istruzioni volutamente indefinite tradisce l’intenzione degli autori di offrire uno spazio di apprendimento autonomo, confermando l’idea che si possa progressivamente comprendere il funzionamento della composizione architettonica allenando il pensiero critico, stimolando il ragionamento e incoraggiando il confronto con condizioni sempre nuove.
La prima parte del libro si apre con la riflessione sul rapporto tra progetto e testi proposta dai curatori Roberta Amirante ed Emanuele Carreri, che equiparano l’architettura a una forma di comunicazione e guardano al processo creativo come al susseguirsi di diverse fasi di scrittura. Vengono, così, riconosciuti, nell’elaborazione progettuale, un momento di prescrizione (la ricezione delle richieste da parte del committente), uno di trascrizione (lo schizzo, l’elaborazione grafica immediata) e uno di inscrizione, inteso come l’avvio del vero e proprio processo compositivo; la comunicazione dell’intervento viene, invece, affidata al racconto visivo, nella fase di descrizione, e alla stesura di una relazione in quella di narrazione.
Nella seconda sezione dell’Atlante, Luigi Coccia affronta la relazione tra progetto e luogo muovendo dal pensiero di Heidegger sul rapporto tra arte e spazio [1]. Intercettando differenti posizioni sul tema, il curatore mette in luce come il progetto possa scegliere di dimostrarsi del tutto autonomo rispetto al contesto in cui si inserisce, ma come possa anche esserne fortemente subordinato, traendone caratteri, intenzioni, narrazioni, materia, identità. Il tema del necessario confronto con una controparte dialettica attraverso cui orientare la costruzione dell’idea progettuale viene approfondito, nella terza parte dell’Atlante, da Francesca Bonfante, che parla dell’uso dei riferimenti rispetto al luogo, al tipo e al programma. Giovanni Galli, infine, cura la parte conclusiva del libro, incentrata sulla composizione, descritta come la genesi di una nuova unità a partire da un insieme disordinato di elementi capace di assumere nuovo senso trascendendo dalle singole parti che lo strutturano. Il capitolo ne illustra i possibili sviluppi in ambito architettonico, partendo dalla composizione attraverso la forma, sondando la possibilità di intessere relazioni cone tra i significati e affrontando il tema della perdita della dimensione autoriale nella composizione attraverso il processo.
Alla rigorosa organizzazione del volume si contrappone la possibilità di reinventarne costantemente la struttura: rinunciando a una diretta rispondenza tra l’indice e le modalità di fruizione dei contenuti, l’Atlante è pensato per essere continuamente manipolato da chi lo utilizza, offrendo al lettore l’opportunità di definire il proprio percorso di apprendimento in autonomia e di disegnare un personale itinerario della conoscenza. Si arriva, così, a ottenere un prodotto trasversale, una valida guida per chi sceglie di indagare i territori della progettazione architettonica, ma anche un efficace strumento di supporto e di confronto per chi costruisce l’esperienza didattica. Recensione di Francesca Talevi



[1] Cfr. Martin Heidegger (1964), Die Kunst und der Raum; trad. it. di C.Angelino, L’arte e lo spazio, il Melangolo, Genova 1964.


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STOÀ Journal
Strumenti per l’insegnamento della progettazione architettonica
2021 - Published by Thymos Books
ISSN  2785-0293