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STOÀ
STOÀ 1. Modelli
Antonio da Sangallo il Giovane. Il grande modello per il San Pietro in Vaticano
Sandro Di Benedetti
2009
La biografia di un modello architettonico
Nella pubblicistica disciplinare di architettura è raro imbattersi in un volume dedicato nella sua interezza allo studio di un singolo modello architettonico. Questo è il caso del libro di Sandro Benedetti, architetto particolarmente attivo nella realizzazione di chiese e professore di Storia dell’architettura moderna presso la Facoltà di Architettura di Roma “Sapienza”. Il soggetto del libro è uno dei modelli più celebri della storia dell’architettura occidentale: quello realizzato dalla bottega di Antonio da Sangallo il Giovane per la Fabbrica di San Pietro. Parte delle celebrazioni per il cinquecentesimo anniversario dell’inizio della Fabbrica (1506-2006), la pubblicazione si compone di sei saggi editi nel corso di vari anni di studi, che esplorano in dettaglio il modello come un oggetto di rilevanza tecnica, artistica e storica.
I testi collocano il processo di produzione dell’oggetto all’interno del suo contesto, analizzando gli svariati aspetti che hanno portato alla sua produzione: dai rapporti lavorativi tra Sangallo e i suoi collaboratori a quelli con i committenti, dalle critiche di Michelangelo all’architettura proposta dal Sangallo alle tecniche utilizzate per fabbricare il prototipo ligneo. Il modello di San Pietro è analizzato su sei direttrici complementari: il modello come fabbrica, come opera d’arte collettiva scaturita dalla bottega del Sangallo, come epicentro di un dibattito sulla qualità dell’architettura (sia oggi che al suo tempo), come testimonianza storica delle modalità di lavoro in una bottega rinascimentale, come rappresentazione della maestria geometrica e matematica propria del suo contesto storico e, infine, come strumento operativo per la rappresentazione del progetto architettonico.
L’enfasi del libro è posta sulla valutazione degli aspetti originali ed eterodossi che caratterizzano il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, e su come questi siano stati per lungo tempo visti con sospetto dalla critica, a partire da Michelangelo Buonarroti. Si tratta di una pubblicazione dedicata in primo luogo alla difesa della posizione di Antonio da Sangallo il giovane verso l’architettura, operazione in cui la vicenda del modello assume, in un certo senso, un carattere strumentale.
L’ossessione verso lo studio del linguaggio architettonico costituisce la debolezza di un libro che, pur rimanendo in tutto e per tutto un prodotto di grandissimo valore descrittivo, rifugge l’interpretazione critica del contesto materiale, politico, economico e sociale in cui il modello è stato prodotto. Si preferisce invece considerarlo meramente come l’espressione di una determinata corrente architettonica cinquecentesca legata a stilemi medievali, in contrasto con la classicità tout court dell'opera michelangiolesca.
Il libro appare quindi datato, privo di un apparato critico in grado di attualizzare e ravvivare il discorso intorno al modello di Sangallo. Si tratta tuttavia di un interessante tentativo di focalizzare l’attenzione sul modello architettonico come strumento di progetto, capace di costruire una lettura dettagliata ed avvincente di un oggetto di grande interesse. Recensione di Alberto Geuna