︎︎︎ STOÀ Talk 09/12/2021
Terzo incontro organizzato nell’ambito delle attività di ricerca condotte dal consiglio editoriale della rivista STOÀ.
giovedì 9 dicembre 2021 ore 13:00
Accademia di Architettura di Mendrisio
Palazzo Canavée, Foyer
︎︎︎ link evento
su [Disegni]
saluti
Walter Angonese
discutono
Cristina Guedes
Gabriele Neri
Giacomo Ortalli
Kersten Geers
Silvia Cipelletti
con
Alberto Calderoni
Fabrizio Ballabio
In occasione della pubblicazione del secondo numero della rivista “STOÀ, Strumenti per l’insegnamento della progettazione architettonica”, Cristina Guedes, Gabriele Neri, Giacomo Ortalli, Kersten Geers e Silvia Cipelletti, discutono con Fabrizio Ballabio e Alberto Calderoni delle tematiche affrontate nel volume e, più in generale, del progetto editoriale della rivista come strumento a cavallo tra didattica, pedagogia del progetto architettonico e ricerca.
L'incontro sarà aperto dal Direttore Walter Angonese.
STOÀ è una rivista italiana, quadrimestrale, edita per i tipi di ThymosBooks a partire dall’estate del 2021, che si interroga sui metodi e i processi che determinano il progetto didattico per l’architettura con l’obiettivo di coniugare ricerca accademica e pratiche didattiche per generare riflessioni critiche sulle scuole, sui suoi protagonisti e i loro metodi favorendo una intersezione tra i saperi e le diverse discipline che concorrono alla costruzione del progetto didattico per l’insegnamento della progettazione architettonica.
STOÀ 2 [Disegni] si configura come un tentativo di tratteggiare alcuni aspetti teorici, metodologici e processuali per riflettere, mettendone al centro della discussione alcune caratteristiche peculiari, sul valore radicale del disegno come strumento didattico. L’interesse specifico proposto è nell’indagare in che maniera e per quali ragioni il disegno venga ancora oggi utilizzato per insegnare progettazione architettonica – nodo problematico non scontato – e, attraverso una perlustrazione di alcune pratiche didattiche attuali, si è cercato di definire un ragionamento intorno ad alcuni presupposti e possibili orizzonti capaci di confermare il disegno come fondamento indispensabile, condensatore, nel suo farsi e darsi, di un sapere teorico e medium di un sapere pratico.