︎︎︎ Call for Abstracts
STOÀ
Journal n. 13, anno V, 2/3, Estate 2025
[Scuole. Comunità]
Il termine scuola può significare molte cose e in molte di queste accezioni, nel campo della progettazione architettonica, si può riconoscere una tradizione piuttosto consolidata di riflessioni al riguardo. Una di queste, però, è considerevolmente meno investigata delle altre, anche se si riferisce al rapporto pedagogico fondamentale di cui la scuola è il riflesso: la relazione tra professore e studente – docente e discente – che, nell’insegnamento del progetto, per via delle sue caratteristiche sperimentali, immersive e interattive, assume forme del tutto peculiari.
Questo rapporto – nei laboratori di progettazione – non è mai stato univocamente frontale, verticale o unidirezionale, ma si è sviluppato attraverso una serie di polarità variabili, in cui i due termini sono co-implicati in modi del tutto diversi da quelli che caratterizzano, generalmente e più diffusamente, la prassi accademica tipicamente ex cathedra. Tanto che il luogo deputato a questo tipo di insegnamento, il laboratorio appunto, ha costituito per lungo tempo un’anticipazione dei modelli di didattica innovativa utilizzati da molte altre discipline.
Come si strutturano oggi questi legami è una domanda urgente che comporta due ordini di problemi con cui confrontarsi. Quello più propriamente relazionale che riguarda il cambiamento di contesto fisico e immateriale in cui l’insegnamento si muove, in termini di modalità comportamentali, di modelli cognitivi e di obiettivi formativi.
E, il secondo, quello scalare, per cui questo rapporto può essere letto a livello interpersonale, fra singolo docente e singolo studente, a livello programmatico, in termini di specifiche forme laboratoriali, o a livello sistemico, rispetto all’organizzazione di un intero corso di studi.
Ci interesserà osservare da vicino esperienze specifiche, in un contesto fisico il più ampio e variegato possibile, per approfondire valori e principi condivisi o, all’inverso, problematicità e criticità ricorrenti, facendo emergere questioni e istanze rilevanti, sostanziandone gli argomenti e provando a sottolineare i lati più critici di particolari condizioni e così configurare scenari e panorami contemporanei di alcuni ambienti pedagogici e delle relazioni che in essi si instaurano.
L’obiettivo è quello di raccogliere contributi, in cui studenti, docenti e ricercatori possano insieme, in dialogo tra loro, esplorare i modelli pedagogici in cui sono immersi – privilegiando il punto di vista degli studenti – inquadrando le specificità e le peculiarità dei loro rapporti mediati dalla pratica dell’imparare e dell’insegnare la progettazione architettonica.
Saggi, resoconti e interviste che riescano a mettere in tensione i termini di questi rapporti per riflettere in maniera multivocale sulle modalità e specificità attraverso cui si costruiscono legami e rapporti in quel particolare luogo che è il laboratorio di progettazione.
Sono accettati contributi capaci di mettere in campo una o più azioni tra le seguenti:
→ riconoscere tratti comuni nelle molteplici esperienze internazionali contemporanee;
→ esemplificare, attraverso la loro concettualizzazione, specifiche esperienze didattiche, attraverso resoconti, dialoghi e interviste con docenti di fama internazionale, capaci di diventare espressioni sintetiche ed efficaci di un saper fare scuola progettato e progettante;
→ tracciare un limite condivisibile dalla comunità scientifica di riferimento entro cui posizionare criticamente e tendenziosamente idee e progetti (di didattica), al fine di costruire un insieme sostanziandone le ragioni.
L’abstract di massimo 1500 battute, corredato da tre immagini e un profilo biografico di 350 battute per ogni autore dovrà essere inviato in unico file .doc all’indirizzo: redazione@stoajournal.com
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︎︎︎Norme Editoriali
︎︎︎Deadline: 25/10/2024
Gli autori dei contributi accettati verranno informati entro il 04/11/2024.
Per la pubblicazione sulla rivista cartacea l’articolo dovrà essere redatto entro il 31/01/2025 in forma di saggio scientifico, corredato da note, bibliografia e iconografia, per un massimo di 18.000 battute (spazi, note e bibliografia inclusi) e 8 immagini di cui si possiedano i copyright.
L’articolo proposto dovrà essere inedito, dai contenuti originali e mai apparsi in altra rivista a stampa o diffusione digitale o volume.
Tutti i saggi nella loro forma definitiva saranno sottoposti a procedimento di valutazione tra pari secondo i criteri della Double-Blind Peer Review. Stoà è una rivista scientifica per le aree non bibliometriche 08 - “Ingegneria civile e Architettura” (Delibera del Consiglio Direttivo ANVUR n. 184 del 27-07-2023).
La call è aperta a dottorandi, dottori di ricerca, ricercatori, professori e a tutti gli studiosi accademicamente impegnati nell’insegnamento dell’architettura.