︎︎︎ Issue 06 Abstracts
STOÀ 06 [Viaggi]
Anno III, 1/3, Inverno 2023
ISSN 2785-0293
ISBN 978-88-32072-20-4
︎︎︎Issues
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Filippo Cattapan
Greetings from the Bruine Banaan / Greetings from the Bruine Banaan / Posizioni / pp. 16-31
A partire dai primi anni '80, Christian Kieckens ha organizzato un grande numero di viaggi di architettura, per studenti, colleghi e appassionati. In un momento storico in cui questa pratica non era ancora diffusa come lo è oggi, questi viaggi hanno avuto un ruolo fondamentale sia per la sua attività di insegnamento all'università di Anversa. Gli effetti di questi viaggi, principalmente verso l'Italia, la Svizzera, la Germania e l'Inghilterra, si possono riscontrare a diversi livelli: da una parte, hanno permesso a più generazioni di studenti di conoscere ambiti e architetture che sarebbero divenuti riferimenti imprescindibili per la disciplina, dall'altra hanno fornito l'occasione per stabilire nuovi significativi contatti con colleghi e con possibili committenti. Lo strumento del viaggio ha contribuito in questo modo all'attivazione di una fitta rete di scambi professionali e accademici ma anche alla ridefinizione del ruolo stesso dell'architetto nel contesto belga ed europeo. Sulla base di queste premesse, il contributo vuole ricostruire la storia dei viaggi di Kieckens mettendo a fuoco i loro orizzonti e le dinamiche molteplici che hanno attivato.
Since the early 1980s, Christian Kieckens has organized a significant number of architecture trips for students, colleagues, and enthusiasts. At a time when this practice was not as widespread as it is today, these trips played a fundamental role in his teaching activities at the University of Antwerp. The effects of these journeys, primarily to Italy, Switzerland, Germany, and England, can be observed at various levels: on one hand, they allowed multiple generations of students to familiarize themselves with areas and architectures that would become essential references for the discipline. On the other hand, they provided opportunities to establish meaningful new connections with colleagues and potential clients. The travel tool contributed to the activation of a dense network of professional and academic exchanges and also to the redefinition of the architect's role in the Belgian and European context. Based on these premises, the contribution aims to reconstruct the history of Kieckens' trips, focusing on their horizons and the multiple dynamics they set in motion.
Igor Fracalossi, Alvaro Mercado
Being Crossed by the Territory / Lasciarsi attraversare dal territorio / Posizioni / pp. 32-45
Tra luglio e settembre del 1965, architetti, artisti e professori della attuale Scuola di Architettura e Design della Pontificia Universidad Católica de Valparaíso, insieme a poeti, filosofi e artisti, intrapresero un viaggio verso l'entroterra sudamericano. Questo viaggio, la "Travesía de Amereida", affrontò la questione dell'”Invenzione dell'America” attraverso architetture effimere e azioni poetiche. Attraverso l'analisi di cinque "Travesías" guidate dall'architetto Fabio Cruz tra il 1984 e il 1988 in diversi punti estremi del territorio cileno, il contributo mostra come questa istituzione abbia inteso il viaggio come esperienza necessaria per l’educazione architettonica e il progetto. Esaminando documenti storici, l’articolo descrivere l'iterazione di pratiche artistiche situate eseguite collettivamente nell'entroterra sudamericano, e di come fornisca strumenti di progetto che mettano in discussione relazioni di conoscenza stratificate e già predeterminate.
Between July and September 1965, architects, artists, and professors from the current School of Architecture and Design at the Pontificia Universidad Católica de Valparaíso, along with poets, philosophers, and artists, embarked on a journey into the South American hinterland. This journey, known as the "Travesía de Amereida," addressed the question of the "Invention of America" through ephemeral architectures and poetic actions. By analyzing five "Travesías" led by architect Fabio Cruz between 1984 and 1988 at different extreme points of the Chilean territory, this contribution illustrates how this institution understood travel as a necessary experience for architectural education and design. Through the examination of historical documents, the article describes the iteration of situated artistic practices collectively performed in the South American hinterland and how it provides design tools that challenge pre-established and stratified knowledge relationships.
Lorenzo Capobianco, Ferruccio Izzo, a cura di Marianna Ascolese
Viaggio al Nord / A Journey to the North / Ideario / pp. 46-69, 174-175
Il viaggio, attraverso lo sguardo di due maestri della scuola di architettura di Napoli – Michele Capobianco e Alberto Izzo – diviene uno strumento di orientamento e conoscenza che verrà tradotto nelle loro opere realizzate e nelle esperienze accademiche di cui sono stati protagonisti. Scoperta e ritrovamento, traduzione e trasferimento affiancano la narrazione degli itinerari di viaggio che rappresentano veri e propri dispositivi di appropriazione delle architetture, delle città visitate, ma prima ancora degli incontri che segneranno tutta la loro esperienza professionale e accademica.
The journey, through the eyes of two masters from the School of Architecture of Naples – Michele Capobianco and Alberto Izzo – becomes a tool of orientation and knowledge that will be translated into their realized works and academic experiences in which they have played a leading role. Discovery and rediscovery, translation and transfer, enhance the narrative of travel itineraries that become a tool of appropriation of the architectures and cities that have been visited, but even more so, of the encounters that will shape their entire professional and academic experience.
Patrick Pregesbauer, Gili Merin
Loos on Foot / Loos a piedi / Rapporti / pp. 70-83
Nel 1912 Adolf Loos fondò una Bauschule (scuola privata d’architettura) a Vienna. Con i suoi studenti condusse una serie di dieci visite guidate a piedi nella capitale austriaca tra il novembre 1913 e il marzo 1914. Sebbene non esistano elenchi dei partecipanti, è molto probabile che studenti come Paul Engelmann, Richard Neutra e Rudolph Schindler abbiano preso parte alle passeggiate. I tour esplorarono diversi edifici nel centro di Vienna, sulla Ringstrasse e nei quartieri limitrofi, concentrandosi su architetture barocche, classiche e contemporanee. Il contributo propone di ripercorrere alcune delle visite di Loos in due esperienze didattiche contemporanee alla TU di Vienna. La descrizione dettagliata degli edifici selezionati, sia nella loro condizione storica che attuale, saranno corredati da fotografie di Gili Merin e accompagnati da una mappa degli itinerari di Loos, così che si possa seguire nuovamente il percorso immaginato da Loos.
In 1912, Adolf Loos founded a Bauschule (private school of architecture) in Vienna. Together with his students, he conducted a series of ten guided walking tours in the Austrian capital between November 1913 and March 1914. Although there are no records of the participants, it is highly probable that students like Paul Engelmann, Richard Neutra, and Rudolph Schindler took part in these walks. The tours explored various buildings in Vienna's city center, along the Ringstrasse, and in the surrounding neighborhoods, with a focus on baroque, classicist, and contemporary architectural styles. This contribution proposes to retrace some of Loos' tours through two contemporary educational experiences at TU Wien. A detailed description of the selected buildings, both in their historical and current states, is complemented by photographs by Gili Merin and accompanied by a map of Loos' itineraries, allowing readers to follow Loos' imagined route once again.
Teresa Crispino
Vilanova Artigas’s Journey to the USA / Il viaggio di studio di Vilanova Artigas negli Stati Uniti / Rapporti / pp. 84-93
João Batista Vilanova Artigas (1915-1985) è stato un influente architetto brasiliano, leader della Scuola di Sao Paolo. Nel 1945, Artigas ottenne una borsa di studio dalla John Simon Guggenheim Memorial Foundation per un viaggio negli Stati Uniti. Durante questo viaggio, si concentrò sulle nuove modalità di insegnamento dell'architettura e dell'urbanistica, influenzato dai grandi maestri del Moderno come Wright, Gropius e Mies van der Rohe. Il paper ripercorre questo "viaggio americano" di Artigas, dimostrando come abbia acquisito conoscenze e ispirazioni criticamente riutilizzate nello sviluppo dell'architettura paulista e nella FAU-USP.
João Batista Vilanova Artigas (1915-1985) was an influential Brazilian architect and leader of the São Paulo School. In 1945, Artigas was awarded a scholarship from the John Simon Guggenheim Memorial Foundation for a trip to the United States. During this journey, he focused on exploring new approaches to teaching architecture and urban planning, influenced by the great modern masters such as Wright, Gropius, and Mies van der Rohe. This paper retraces Artigas' "American journey," demonstrating how he acquired knowledge and inspiration that he critically reutilized in the development of architecture in São Paulo and at FAU-USP.
Helder Casal Ribeiro, Cristina Pallini
Blurred Lines Acknowledgment/ Corrispondenze / pp. 94-107
Questo contributo descrive il progetto "UpGranT", che si è occupato di riportare i viaggi (informed mobility) al centro dell’educazione architettonica in Europa. Secondo questa prospettiva, l'idea di aggiornare un tipo di Grand Tour implica l'adozione di un percorso di apprendimento flessibile che esponga gli studenti architetti alla diversità e all’esperienza dell’altro. In questo senso, l'articolo si concentra sull'influenza degli architetti milanesi sulla scuola di Porto e, viceversa, degli architetti di Porto sulla Facoltà di Architettura di Milano. Da questa prospettiva, ci si può muovere oltre l'opposizione polare tra tradizione e modernità e invece esplorare le reciproche induzioni tra "tradizioni" e ulteriori tipi di "modernità", mettendo alla prova l'atlante di "affinità elettive" proposto dal progetto UpGranT.
This contribution describes the "UpGranT" project, which focused on reasserting travel (informed mobility) as a central aspect of architectural education in Europe. According to this perspective, the notion of updating the concept of a Grand Tour involves embracing a flexible learning pathway that exposes student architects to diversity and the experience of the other. In this context, the article concentrates on the influence of Milanese architects on the Porto school, and conversely, the impact of Porto architects on the Faculty of Architecture in Milan. From this vantage point, it becomes possible to move beyond the polar opposition between tradition and modernity, and instead explore the mutual inductions between "traditions" and other forms of "modernities," testing the atlas of "elective affinities" proposed by the UpGranT project.
Ulrike Enslein, David Hasson
Uncertainty Road Tour / Uncertainty Road Tour / Corrispondenze/ pp. 108-123
Gli ultimi anni di studio presso la Strathclyde University offrono un’esperienza peculiare: un "Uncertainty Road Tour" (Tour dell'Incertezza). Le destinazioni sono sconosciute e difficilmente rientrano nei viaggi architettonici comunemente intesi. In essi incoraggiamo gli studenti a esplorare approfonditamente ciò che è accaduto loro durante gli anni del loro studio dell’architettura per decidere che tipo di architetto desiderano diventare. In questi termini, l’articolo svilupperà una metodologia dell'Incertezza, descrivendo gli strumenti utilizzati per la costruzione dell'itinerario segreto. Le lezioni apprese dagli studenti, precisamente documentate, sono raccolte nel contributo che prova a mettere in evidenza virtù e difficoltà di quel viaggio, discutendo l’etica di questo modello di studio e la sua integrazione nei corsi di laboratorio.
The final years of study at Strathclyde University offer a unique experience: an "Uncertainty Road Tour." The destinations are unknown and unlikely to be part of the usual architectural journeys. During these tours, we encourage students to thoroughly explore their experiences during their architectural studies and decide what kind of architect they wish to become. In this context, the article will develop a methodology of Uncertainty, describing the tools used to construct the secret itinerary. The lessons learned by the students, meticulously documented, are compiled in this contribution, which aims to highlight the merits and challenges of this journey, discussing the ethics of this study model and its integration into the design studio courses.
Vincenzo Moschetti
Until One Day […] With My Students, Peter Märkli at the ETH Zürich / Until One Day […] With My Students, Peter Märkli all’ETH Zürich / Rapporti / pp. 124-137
Il testo descrive come Peter Märkli, docente di Architettura al Politecnico di Zurigo, integri viaggi e percorsi nei programmi di insegnamento per esplorare il concetto di confine nell'architettura. I viaggi sono parte integrante dell'esperienza formativa, con viaggi a Paestum e alle ville di Palladio per sperimentare le relazioni tra costruzione e territorio. Durante uno di questi viaggi, Märkli riconosce una somiglianza tra un suo progetto passato e un'opera vista. I viaggi sono la chiave per risolvere questioni fondamentali nel progetto e riflettere sulla vita nell'architettura. Essi stimolano il linguaggio e la grammatica architettonica dei corsi, facendo dialogare la staticità della costruzione con i movimenti della vita.
The text describes how Peter Märkli, a professor of Architecture at the Swiss Federal Institute of Technology Zurich, incorporates travel and journeys into his teaching programs to explore the concept of boundaries in architecture. These journeys are an integral part of the educational experience, with trips to Paestum and Palladian villas to experiment with the relationships between construction and the surrounding territory. During one of these journeys, Märkli recognizes a resemblance between one of his past projects and a work he sees. The journeys serve as a key to resolving fundamental issues in design and reflecting on life in architecture. They stimulate the language and architectural grammar of the courses, bridging the static nature of construction with the movements of life.
Cristina Roiz de la Parra
Learning from Looking / Imparare guardando / Corrispondenze / pp. 138-151
Nel corso degli ultimi quindici anni, gli studenti iscritti al corso di Studio Sergison presso l'Accademia di Architettura di Mendrisio hanno intrapreso visite e rilevazioni in trentatré città. Nella maggior parte dei casi, tali città hanno costituito i siti dei progetti architettonici sui quali gli studenti hanno lavorato durante l'anno accademico. Queste escursioni hanno fornito preziose intuizioni acquisite mediante l'osservazione diretta dei luoghi. La presente contribuzione chiarisce la metodologia impiegata all'interno dello Studio Sergison, dove agli studenti viene incoraggiato a comprendere che acquisire una conoscenza approfondita sia del linguaggio che della storia dell'architettura è indispensabile per progettare un edificio. Nel corso del semestre, tale approccio favorisce un'apprezzamento dell'importanza dei precedenti architettonici, i quali forniscono insegnamenti cruciali per il percorso accademico degli studenti. 2w
Over the past fifteen years, students enrolled in Studio Sergison at the Accademia di Architettura in Mendrisio have undertaken visits and surveys of thirty-three cities. In most cases, these cities served as the locations for the architectural project sites on which the students worked throughout the academic year. These excursions provided valuable insights gained from direct observation of the places. This contribution elucidates the methodology employed within Studio Sergison, where students are encouraged to grasp that comprehending both the language and the history of architecture is indispensable to designing a building. Throughout the semester, this approach fosters an appreciation for the significance of architectural precedents, which furnish crucial lessons for the students' academic journey.
Tommaso Brighenti, Carlo Gandolfi
Viaggio-Progetto A-R / A Journey Towards the Project and Back / Tracce / pp. 139-140
Il viaggio è da sempre una fase cruciale della formazione per diverse generazioni di architetti, artisti, letterati. Inevitabilmente, provoca in chi lo compie un irrinunciabile – secondo diversi gradi di consapevolezza − cambio di prospettiva.
For several generations of architects, artists and writers, travel has always been a crucial stage in their education. Inevitably, it provokes in those who undertake it an indispensable change of perspective, to varying degrees of self-awareness.
Stephen Bates
Way to Work / Un modo di lavorare / Tracce / pp. 154-155
Il percorso che ogni giorno (dal 1990 al 1993) Stephen Bates ha condotto dalla propria abitazione di Fulham Road alla stazione ferroviaria di Parsons Green a Londra diviene il pretesto per osservare tutti i dettagli, le specificità di ogni singola architettura, le variazioni spaziali che sono percepite nella strada, gli elementi ricorrenti che determinato quelle condizioni tipiche dello stile inglese. Il viaggio è quindi assimilato a una pratica quotidiana che mette in luce i frammenti di un contesto che spesso vengono trascurati, ma che prendendoli in esame, possono ampliare il campo d’azione del mestiere dell’architetto.
The route that Stephen Bates took each day (from 1990 to 1993) from his home on Fulham Road to the Parsons Green train station in London becomes the pretext for observing all the details, the specifics of each individual architecture, the spatial variations that are perceived in the street, the recurring elements that determine those conditions typical of the English style. The journey is thus likened to an everyday practice that highlights the fragments of a context that are often overlooked, but by taking them in, can broaden the scope of the architect's craft.
Elsa Prochazka
Flagship Europe. Esplorazioni progettuali lungo il Danubio /
Flagship Europe. Design Explorations Along the Danube / Tracce / pp. 158-161
Nel 2005 il corso space&designstrategies tenuto da Elsa Prochazka alla Kunstuniversität di Linz avviò una ricerca sul significato culturale, sul ruolo geografico ed economico e sul potenziale futuro del fiume Danubio, tra le principali arterie di comunicazione e sviluppo dell’Europa continentale. Il corso avrebbe affrontato un viaggio-studio di due mesi navigando dalla sede dell’università fino alla foce del fiume, sul Mar Nero; ad accompagnarli una vecchia imbarcazione destinata al trasporto di materiali da costruzione recuperata e riprogettata per ospitare un laboratorio mobile. Le specifiche consistenze e i caratteri percettivi dei paesaggi naturali e delle realtà urbane, la flora e la fauna nei rispettivi habitat, hanno contribuito insieme alle sensazioni soggettive esperite nei luoghi a ricostruire, attraverso un coinvolgimento sensibile ed emotivo, le aspettative, le speranze e le voci di chi li abita. Un campionario etnografico che si traduce in immagini interiorizzate, caratteristiche di una precisa visione dell’esperienza del viaggio, che mira al situarsi nei luoghi, conoscerli e corrispondere con essi.
In 2005, the course "space&designstrategies" taught by Elsa Prochazka at the University of Art and Design Linz initiated a research project on the cultural significance, geographical and economic role, and future potential of the Danube River, one of the main communication and development arteries of continental Europe. The course would embark on a two-month studio journey, navigating from the university's headquarters to the mouth of the river at the Black Sea. Accompanying them was an old vessel, originally used for transporting constructi
Graça Correia
Tra Brasilia e Lafayette Park: il disegno per pensare la città / Between Brasilia and Lafayette Park. Drawing to Think About the City / Tracce / pp. 162-167
Lafayette Park rappresenta uno degli esperimenti meglio riusciti di disegno di uno spazio urbano del XX secolo. Visitarlo, fotografarlo e studiarlo rivela a chi lo osserva lezioni utili per il progetto degli spazi della città. Nel racconto di questo viaggio, passando per Brasilia e per le teorie di Ludwig Hilberseimer, l’autore descrive come alla luce delle attuali difficoltà dell’architettura contemporanea nel prendersi cura dei paesaggi delle città, la vicenda di Lafayette Park condensa alcune tra le più importanti questioni affrontate dal Movimento Moderno, dimostrando come la qualtià del progetto urbano corrisponda a un benessere dell’abitare.
Lafayette Park is one of the most successful experiments in urban design of the 20th century. Visiting, photographing and studying it offers useful lessons for the design of urban spaces. In the account of this journey through Brasilia and the theories of Ludwig Hilberseimer, the author describes how, in the light of the current difficulties of contemporary architecture in caring for urban landscapes, the story of Lafayette Park condenses some of the most important issues of the Modern Movement, demonstrating how the quality of urban design corresponds to the well-being of the inhabitants.
Andreas Kofler
Giù, nella tana del coniglio / Down the Rabbit Hole / Tracce / pp. 168-169
Nel racconto di Andreas Kofler, il viaggio viene diviene il tempo della scoperta. Se per alcuni studenti l’incontro con la Sagrada Familia di Gaudì a Barcellona rappresenta quel momento magico di fascinazione verso il mondo dell’architettura, allo stesso modo, è nel Grand Tour in Europa che Tadao Ando compie nel 1965 sulle orme di Le Corbusier, che avviene l’incontro con il Panteon, architettura che influenzerà la sua ricerca e le sue opere. Gli incontri di viaggio, più del viaggio in sé, sono quindi quei momenti di scambio e di crescita, luoghi che si possono tradurre in forme di esplorazione e di conoscenza.
In Andreas Kofler’s narration, travel comes becomes the time of exploration. If for some students, the encounter with Gaudi's Sagrada Familia in Barcelona represents that magical moment of fascination with the world of architecture, similarly, on the 1965 Grand Tour of Europe in the footsteps of Le Corbusier, Tadao Ando meets the Pantheon, architecture that will influence his research and works. Travel encounters, more than the journey itself, are thus those moments of exchange and growth, places that can be translated into forms of exploration and knowledge.
Filippo Bricolo
Catasto sentimentale / Sentimental Inventory / Tracce / pp. 170-173
La complessa relazione che lega l’architetto al viaggio è stata esplorata e affrontata da numerosi maestri del Novecento – Hans van der Laan, Sigurd Lewerentz, Le Corbusier – per ognuno ha rappresentato un momento determinante per la costruzione di alcune opere e per mettere a fuoco alcune idee sull’architettura. È spesso difficile comprendere il legame che segna le opere realizzate con le architetture incontrate durante le diverse esplorazioni, forse sono da ricercare in fili invisibili, legami segreti e indicibili, frammenti che attraverso il viaggio e la successiva traduzione nel progetto tentano un completamento. Filippo Bricolo raccoglie le sue esperienze di viaggio in un catasto sentimentale – un libro, un diario o una confessione. Questa raccolta costruita nel tempo si evolve e si modifica con i viaggi fatti negli anni, una collezione di frammenti di architetture che esprimono un senso di appartenenza e di riconoscimento.
The complex relationship that binds the architect to the journey has been explored and addressed by numerous masters of the twentieth century – Hans van der Laan, Sigurd Lewerentz, Le Corbusier – each of whom represented a decisive moment in the construction of certain works and in the concentration of certain ideas about architecture. It is often difficult to understand the connection that marks the realised works with the architectures encountered during the various explorations; perhaps it is to be found in invisible threads, in secret and inexpressible connections, in fragments that attempt to be completed through the journey and the subsequent translation into the project. Filippo Bricolo collects his travel experiences in a sentimental catalogue – a book, a diary or a confession. This collection, built up over time, evolves and changes with the journeys made over the years, a collection of architectural fragments that express a sense of belonging and recognition.