︎︎︎ Issue 07 Abstracts
STOÀ 07 [Riferimenti]
Anno III, 2/3, Estate 2023
ISSN 2785-0293
ISBN 978-88-32072-25-9
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Jeremy Till
Frame of References / / Posizioni / pp. 16-31
L’architettura è costruita su un terreno instabile di gusti, idee e influenze. Questa apertura che dipende da molteplici esternalità, anziché essere vista come una debolezza, è essenziale ed è parte del suo processo creativo. Tuttavia, la storia eurocentrica dell’architettura e dell’educazione architettonica ha tradizionalmente imposto riferimenti rigidi anziché suggerimenti aperti. Questa restrizione crea un’enorme lacuna nell’affrontare le sfide globali contemporanee, come il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali. Affrontare queste sfide richiede un ampliamento dei riferimenti architettonici e una maggiore consapevolezza delle loro implicazioni politiche e sociali. Inoltre, l’educazione architettonica dovrebbe incoraggiare una varietà di riferimenti e un dialogo aperto tra studenti e docenti. Gli architetti devono impegnarsi a trasformare le condizioni esterne attraverso una selezione di riferimenti intenzionale e pertinenti avviando così, come il processo di compilazione di una biblioteca, un processo che riflette una varietà di influenze e valori, essenziali per rispondere alle sfide complesse del nostro tempo.
Architecture is built on an unstable terrain of tastes, ideas and influences. This openness, which depends on multiple externalities rather than being seen as a weakness, is essential and part of its creative process. However, the Eurocentric history of architecture and architectural education has traditionally imposed rigid references rather than open suggestions. This limitation creates a huge gap in addressing contemporary global challenges such as climate change and social inequalities. Addressing these challenges requires a broadening of architectural references and a greater awareness of their political and social implications. In addition, architectural education should encourage a diversity of references and open dialogue between students and teachers. Architects must strive to transform external conditions through a deliberate and relevant selection of references, initiating a process, like the process of building a library, that reflects a diversity of influences and values essential to meeting the complex challenges of our time.
Valerio Olgiati, Fabrizio Ballabio
Non-Referential Architecture / Architettura non referenziale / Posizioni / pp. 32-45
Il saggio, attraverso l’espediente dell’intervista, in Portogallo in una soleggiata mattina d’inverno nella sala da pranzo di Villa Além – una caverna, simile a una grande nicchia, orientata verso le foreste di sughere dell’Alentejo, si è tenuta una lunga conversazione con l’architetto e docente Valerio Olgiati discutendo di alcuni aspetti pedagogici del suo modo di insegnare architettura. Nello scenario mistico del montado, in uno spazio privilegiato interamente costruito in cemento rossastro, Olgiati ha discusso del suo recente libro Architettura Non-referenziale, soffermandosi sul frameworkteorico dell’architetto e sul suo rapporto con l’attività didattica presso l’Accademia di Architettura USI di Mendrisio.
On a sunny winter’s morning in Portugal, in the dining room of Villa Além – a cave resembling a large alcove overlooking the cork forests of the Alentejo - a long conversation took place with the architect and professor Valerio Olgiati, in which he discussed some pedagogical aspects of his way of teaching architecture. In the mystical setting of the montado, in a privileged space built entirely in reddish concrete, Olgiati spoke about his latest book, Architettura Non-referential Architecture, and dwelt on the architect’s theoretical framework and its relationship with his teaching at the Accademia di Architettura USI in Mendrisio.
Laura Bonell
A Series of References / Ideario / pp. 46-69, 174-175
A Series of Rooms is an independent research project that delves into the essence of architectural space – the room – through a multidisciplinary lens. Originating in 2016 alongside early architectural endeavors focusing on domestic refurbishments, it aimed to compile diverse perspectives on living and perception. By incorporating contributions from various fields spanning over 3500 years, the project sought to trace the evolution or continuity of spatial concepts. Periodic publication of findings facilitated broader engagement and interpretation. The archive has since become a valuable educational resource globally, serving as inspiration and reference in academia: As a foundational resource for projects; As a tool for project representation; As a standalone reference: the archive as a project in itself.
A Series of Rooms è un progetto di ricerca indipendente che scava nell’essenza dello spazio architettonico – la stanza – attraverso una lente multidisciplinare. Nato nel 2016 accanto ai primi sforzi architettonici incentrati sulle ristrutturazioni domestiche, mirava a raccogliere diverse prospettive sull’abitare e sulla percezione. Incorporando contributi provenienti da diversi campi che abbracciano oltre 3500 anni, il progetto ha cercato di tracciare l’evoluzione o la continuità dei concetti spaziali. La pubblicazione periodica dei risultati ha facilitato un impegno e un’interpretazione più ampi. Da allora l’archivio è diventato una preziosa risorsa educativa a livello globale, che funge da ispirazione e riferimento per il mondo accademico: come risorsa fondamentale per i progetti; Come strumento per la rappresentazione dei progetti; Come riferimento autonomo: l’archivio come progetto in sé.
Francesca Bonfante
Eclettismo figurativo versus modello/ Figurative Eclecticism Versus Model / Rapporti / pp. 70-83
Il saggio affronta il ruolo del riferimento nella didattica del progetto a partire da alcuni presupposti metodologici: la “variazione” dell’impiego di un “atlante di architetture” nei diversi anni di corso, e quindi la costruzione di “famiglie” di riferimenti; la necessità di far compiere agli allievi un percorso critico autonomo per pervenire a configurazioni spaziali innovative, in un confronto serrato con la docenza. Una didattica, quindi, non impostata su “modelli” ma sull’esplorazione sperimentale, nella convinzione che certa enfasi espressiva, certo voluto “eclettismo” fanno parte di quei rischi che la didattica deve assumersi per riportare il progetto alla creazione di nuove forme e nuovi luoghi di vita associata.
The essay addresses the role of reference in project teaching, starting from certain methodological assumptions: the “variation” of using an “atlas of architecture” in the different years of the course, and thus the construction of “families” of references; the need for students to follow an autonomous critical path in order to arrive at innovative spatial configurations, in close confrontation with the teaching staff. A teaching, therefore, that is not based on “models” but on experimental research, in the conviction that a certain expressive emphasis, a certain desired “eclecticism” are part of the risks that teaching must take in order to lead the project back to the creation of new forms and new places of associated life.
Marco Vanucci
Data Architecture / / Rapporti / pp. 84-93
L’architettura dà forma e organizza la conoscenza traducendo concetti astratti in spazio fisico, principalmente attraverso il disegno. L’avvento della matematica moderna ha liberato l’architettura da questi vincoli, oggi la tecnologia digitale fornisce dati abbondanti e facilmente accessibili, rivoluzionando il modo in cui gli architetti concepiscono e organizzano la conoscenza. L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico stanno automatizzando i processi produttivi e creativi dell’architettura. I software basati sull’intelligenza artificiale generano immagini complesse sulla base di input testuali, producendo rapidamente variazioni simili a schizzi. Nella progettazione parametrica, le regole guidano l’esplorazione delle variazioni di forma. Tuttavia, i progetti generati dall’intelligenza artificiale offrono spazi progettuali vasti e indeterminati, attingendo da immense serie di dati. Questo processo è parallelo al concetto di simulacro di Baudrillard, dove le copie mancano di originali. I progetti generati dall’intelligenza artificiale fanno riferimento a dati estesi, simulando aspetti dell’ambiente costruito. Può l’architettura diventare un simulacro della città stessa, sfruttando i big data per simularne l’essenza e le esigenze?
Architecture shapes and organizes knowledge by translating abstract concepts into physical space, primarily through drawing. The advent of modern mathematics liberated architecture from these constraints. Today, digital technology provides abundant and easily accessible data, revolutionizing how architects conceive and organize knowledge. AI and machine learning are automating both productive and creative processes in architecture. AI-powered software generates intricate images based on text inputs, rapidly producing variations akin to sketching. In parametric design, rules guide the exploration of form variations. However, AI-generated designs offer vast and indeterminate design spaces, drawing from immense datasets. This process parallels Baudrillard’s concept of simulacra, where copies lack originals. AI-generated designs reference extensive data, simulating aspects of the built environment. Can architecture become a simulacrum of the city itself, harnessing big data to simulate its essence and needs?
Alberto Campo Baeza, Ignacio Vicens y Hualde, Tommaso Borghesi, Tommaso Campiotti, Francesco Riccardo Toso
Costruire: passato, presente e futuro / Corrispondenze / pp. 94-107
Il saggio investiga in che modo un progetto, un testo, un quadro, un’esperienza di uno spazio possano diventare riferimento e non semplicemente trasposizione di un’immagine. Aspetti sono quanto mai attuali a livello pedagogico con ovvie ripercussioni sul lavoro progettuale da professionisti. Sono state approfondite le figure di Ignacio Vicens y Hualde e Alberto Campo Baeza, dalla loro amicizia e dagli scambi fecondi merge un’idea progettuale dove il riferimento diviene elemento pregnante.
The essay investigates how a project, a text, a painting, an experience of a space can become a reference and not simply a transposition of an image. These aspects are as topical as ever on a pedagogical level with obvious repercussions on the design work of professionals. The figures of Ignacio Vicens y Hualde and Alberto Campo Baeza were explored in depth, from their friendship and fruitful exchanges merge a design idea where reference becomes a pregnant element.
Els van Meerbeek
From Letting Go to Getting Lost / Corrispondenze/ pp. 108-123
Rebecca Solnit riflette sulla domanda di Meno sulla ricerca dell’ignoto. Paul Vermeulen suggerisce di abbracciare l’incertezza per promuovere il design. Maud Hagelstein sottolinea l’importanza di mettere in discussione i riferimenti, promuovendo la curiosità degli studenti. Un approccio interdisciplinare, esemplificato da un esercizio di letteratura, incoraggia l’impegno e la creatività. Gli esercizi di scrittura collettiva, simili all’arpentage, stimolano le connessioni tra i riferimenti immagazzinati. Jeroen Brouwers trova conforto nella creazione del suo museé imaginaire, suggerendo che elementi apparentemente disparati finiranno per fondersi nell’espressione artistica. Questa intuizione offre conforto agli studenti di architettura che navigano nell’incertezza.
Rebecca Solnit reflects on Meno’s question about finding the unknown. Paul Vermeulen suggests embracing uncertainty to foster design. Maud Hagelstein emphasizes questioning references, fostering curiosity in students. An interdisciplinary approach, exemplified by a literature exercise, encourages engagement and creativity. Collective writing exercises, akin to arpentage, spur connections between stored references. Jeroen Brouwers finds solace in the creation of his museé imaginaire, suggesting that seemingly disparate elements will eventually coalesce in artistic expression. This insight offers comfort to architecture students navigating uncertainty.
Nicola Braghieri, Filippo Cattapan
Conoscenza tacita e poetica aristotelica / Rapporti / pp. 124-137
L’articolo propone una riflessione sul ruolo e sull’uso dei riferimenti nell’ambito dell’architettura, concentrandosi sia sulle loro implicazioni epistemologiche che sulle pratiche attuali nell’insegnamento e nella pratica architettonica. L’uso dei riferimenti rappresenta uno strumento attivo per la produzione di conoscenza disciplinare, ma al tempo stesso la potenzialità di questo dispositivo può essere minacciata, se utilizzato in maniera automatica e superficiale, se utilizzato solo per il contenuto formale delle immagini anziché coglierne le relazioni e le possibilità compositive. L’articolo apre interrogativi sul futuro della disciplina e la sua capacità di affrontare le sfide attuali.
The article proposes a reflection on the role and use of references in the field of architecture, focusing on both their epistemological implications and current practices in architectural teaching and practice. The use of references represents an active tool for the production of disciplinary knowledge, but at the same time the potential of this tool can be threatened if it is used in an automatic and superficial way, if it is used only for the formal content of images rather than for grasping their relations and compositional possibilities. The article raises questions about the future of the discipline and its ability to deal with current challenges.
Eugene Asse, Anastasiia Gerasimova, Sara Gohberg
MARCH Architecture School, Mosca / Tracce / pp. 170-173
Rispetto all’attuale formazione professionale russa, la Scuola di Architettura MARCH rappresenta una realtà radicale di visione alternativa della cultura dell’architettura e dell’approccio progettuale, basata prevalentemente sull’integrazione nel processo architettonico globale e sui valori multiculturali indipendenti dal tempo, dalla posizione geografica e dal regime politico. Per verificare tale approccio e per immergersi nel processo educativo della scuola e riflettere sui principali pilastri ideologici della sua struttura, si è pensato di parlare con tre diversi rappresentanti della scuola. Ognuno di loro ha un diverso modo di rivelare e analizzare le proprie peculiarità, e questo permetterà di ottenere la visione più obiettiva del processo educativo rispetto al contemporaneo contesto formativo russo dell’architettura.
The MARCH Architecture School represents a radical reality, in relation to the current Russian professional education, as an alternative view of architecture culture and design approach. It is predominantly based on the integration to the global architectural process and multicultural values independent of time, geography and political regime. To unde
Adrian Lahoud, Beth Hughes, Amin Taha
Royal College of Art, Londra / Tracce / pp. 170-173
Il Royal College of Art (RCA) a Londra si distingue per il suo approccio multidisciplinare all’insegnamento dell’architettura, integrando arte, scienze umane e pratiche curatoriali. Questo approccio contrasta con il tradizionale modello studio-based, enfatizzando invece la ricerca come motore del processo educativo. Gli studenti, supportati dai docenti, sono incoraggiati a incorporare esperienze e conoscenze provenienti da discipline diverse nei loro progetti di ricerca. La scuola promuove una visione critica dei riferimenti architettonici tradizionali e incoraggia l’introduzione di teorie e pratiche esterne alla disciplina. Gli studenti vengono stimolati a esplorare questioni sociali, etiche e politiche attraverso il loro lavoro di progettazione. Le interviste ai dirigenti e ai docenti della scuola evidenziano come il RCA miri a formare architetti consapevoli delle sfide globali e capaci di influenzare attivamente il cambiamento sociale attraverso la pratica architettonica.
The Royal College of Art (RCA) in London is distinguished by its multidisciplinary approach to teaching architecture, integrating the arts, humanities and curatorial practices. In contrast to the traditional studio-based model, this approach emphasises research as the engine of the educational process. Students, supported by teachers, are encouraged to incorporate experience and knowledge from different disciplines into their research projects. The school promotes a critical view of traditional architectural references and encourages the introduction of theories and practices from outside the discipline. Students are encouraged to explore social, ethical and political issues through their design work. Interviews with the school’s directors and lecturers highlight how the RCA aims to produce architects who are aware of global challenges and able to actively influence social change through architectural practice.